giovedì 25 giugno 2009

Bocciare a cosa serve ???


Riporto questo articolo da LASTAMPA.it


Più bocciati alle medie alle superiori 1 su 3 ha dei debiti

Più bocciati alla scuola media e aumento degli studenti delle superiori che per essere ammessi al prossimo anno scolastico a settembre dovranno recuperare le insufficienze riportate al termine di questo. Lo dice il ministero dell’Istruzione, che ha reso noti alcuni risultati parziali degli scrutini negli istituti scolastici.
Il trend dimostra che gli studenti non ammessi nei soli primi due anni delle medie, se i dati saranno confermati, potrebbero arrivare a circa 70mila rispetto ai 45mila dell’anno scorso.
Nella scuola superiore il 42,2% degli studenti non è stato promosso: il 28,6% è stato sospeso con debiti e il 13,6% non è stato ammesso.
E` nei primi 2 anni delle superiori che si registra il maggior numero di bocciati: il 18,1% degli studenti del primo anno e il 12% del secondo infatti non sono stati ammessi alla classe successiva. Per quanto riguarda gli studenti sospesi l’aumento è stato quasi del 2% rispetto alle cifre dell’anno scolastico 2007/2008.

Le percentuali più consistenti di bocciati, spiega ancora il Miur, risultano tra gli studenti del liceo linguistico (15,6%) e dell’ex-magistrale (20,6%), con un aumento rispetto allo scorso anno del 9,5% e del 9,8%. Scende invece il numero dei bocciati negli istituti tecnici e professionali. Stabili le percentuali nei licei scientifici e classici.

Una scuola che parla al futuro

dal sito DISAL


Una rivoluzione con sei proposte per una scuola che guarda al futuro

Compagnia delle Opere, in collaborazione con le associazioni DiSAL, Diesse, CDO Opere Educative, Il Rischio Educativo, Consorzio Scuole Lavoro e Associazione Portofranco, ha redatto un manifesto che indica alcuni punti irrinunciabili per un miglioramento dell’offerta formativa che permetta di rispondere alla forte domanda di apprendimento

Riconoscimento dell’autonomia statutaria delle istituzioni scolastiche, sostegno alle scuole paritarie, formazione dei dirigenti scolastici, percorso di carriera per i docenti che tenga conto di competenze e valutazione del merito, percorsi di studio più flessibili e personalizzati, valutazione della qualità dell’offerta educativa delle scuole, abolizione del valore legale del titolo di studio.
Sono alcune delle proposte contenute nel manifesto di Compagnia delle Opere dal titolo “Una scuola che parla al futuro” dedicato alla scuola e all’educazione.
Il manifesto esprime un giudizio critico e preciso sul quadro dell’istruzione nel nostro Paese e formula una serie di proposte operative tese al miglioramento dell’offerta formativa e alla valorizzazione di tutte le esperienze di qualità presenti nel sistema scolastico.
Prima degli obiettivi e delle analisi il manifesto puntualizza l’importanza dell’educazione. “L’educazione – afferma il testo – è una risposta decisiva alle domande dell’uomo sulla situazione attuale”. Ritrovare la capacità di educare è il compito che il documento assegna non solo alla scuola, ma all’intero mondo degli adulti.

Il manifesto, richiamandosi in questo modo all’Appello sulla educazione firmato nel 2001 da numerose personalità italiane, afferma che solo un popolo che si lascia educare, cioè ritrova il significato più profondo della propria identità, è in grado di dare vita a luoghi di cultura e di conoscenza.
Il documento rileva che, rispetto ai problemi che l’assetto della scuola italiana presenta, riconducibili all’atavico statalismo che non ha eguali in Europa, esiste una domanda sociale di apprendimento significativo che i giovani non solo non hanno perduto, ma appunto rivolgono alla scuola affinché essa riprenda il suo ruolo.
La scuola italiana, insomma, si sta muovendo e i dati Ocse-Pisa che presi nell’insieme dimostrerebbero le scarse competenze dei nostri quindicenni nelle discipline fondanti (lettura, matematica e scienze), se disaggregati rivelano che la scuola funziona, ed esprime risultati eccellenti, se il lavoro in classe è coinvolgente, se insegnanti e alunni sono motivati, se la scuola come organizzazione riesce ad esprimere tutte le sue potenzialità.
Quindi, a partire da testimonianze positive di scuole in azione, il documento “Una scuola che parla al futuro” enuncia 6 obiettivi:

- piena autonomia degli istituti scolastici, cui è legata una piena e attuata parità scolastica;
- sviluppo di una identità professionale di docenti e dirigenti;
- realizzazione di percorsi di studio flessibili e personalizzati in ambito didattico; - messa in atto di ordinamenti (dalla scuola dell’infanzia a quella superiore) in linea con il principio di sussidiarietà;
- valutazione esterna delle scuole;
- abolizione del valore legale del titolo di studio.

Per fare tutto questo è necessario non tanto aggiungere altre spese, ma eliminare gli sprechi e, soprattutto, ampliare gli spazi di libertà di educazione nella scuola e tra le scuole.
Al di là di ogni retorica pre o post elettorale, queste piste di lavoro intendono disegnare i contorni di un’azione culturale di lunga gittata che la CdO offre come spunti di riflessione e azione a tutti coloro (educatori, famiglie, imprenditori, politici, intellettuali) cui sta a cuore il domani delle nuove generazioni.

Con un approccio nuovo e veramente significativo il documento che la Compagnia delle Opere dedica alla scuola, e che qui presentiamo, evidenzia la stretta connessione che intercorre tra il tema educazione e il tema istruzione.

Le proposte che qui vengono avanzate per un cambiamento del sistema scolastico sono per lo più riconosciute e condivise dai migliori centri di studio e di approfondimento sul tema istruzione, quali l’Associazione TreeLLLe, la Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo, la Fondazione Agnelli ecc.